Patentino digitale per l’uso consapevole del web e dei social

Ente titolare: Corecom Toscana

Luogo: Toscana

Progetto

Il progetto “Patentino digitale”, realizzato dal Corecom della Toscana in collaborazione con Regione Toscana, Istituto degli Innocenti, Polizia Postale e Ufficio scolastico regionale, prevede la diffusione nelle classi prime delle scuole secondarie di primo grado di un percorso formativo di 10 ore in formazione a distanza (FAD), mirato a fornire un bagaglio di competenze digitali, giuridiche, psicologiche, comunicative e comportamentali necessarie a navigare in rete e nei social network con consapevolezza e responsabilità. Al termine del percorso, che coinvolge, oltre alla scuola, anche le famiglie, viene rilasciato agli studenti un “patentino digitale”, segno tangibile di una maggiore consapevolezza acquisita. Parallelamente, il progetto offre agli insegnanti di ogni ordine e grado, una formazione specifica sulle competenze digitali attraverso l’erogazione di workshop gratuiti in FAD.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto risponde ad un’esigenza sempre più pressante da parte delle istituzioni scolastiche di interventi strutturati ed articolati in merito al potenziamento delle competenze digitali di base. Il target del progetto coincide da un lato con gli studenti delle classi prime della scuole secondarie di primo grado, e dall’altro con tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado. La principale difficoltà consiste nelle risorse limitate, che impediscono una diffusione su larga scala del progetto.

Perché questa esperienza è interessante?

A differenza di altre iniziative che intervengono sul potenziamento delle competenze digitali, questo progetto ha il pregio di offrire gratuitamente alle scuole un percorso formativo strutturato ed articolato in 10 ore, intervenendo su diverse aree di competenze attraverso formatori esperti sia nelle materie oggetto del corso, sia nella conduzione di incontri interattivi intorno a temi delicati e personali come la navigazione online.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Ente titolare: CAT Società cooperativa

Luogo: Firenze – Toscana

Attività/intervento

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Si tratta di un laboratorio che prevede due azioni. Il numero d’incontri è modulabile a seconda del setting: scuole, centri giovani, Istituti Penitenziari.

L’équipe di lavoro è composta da un Educator* professionale socio-educativo e da un Operator* esperto in ambito musicale. I destinatari sono i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, fruitori dei centri giovani, adolescenti e giovani adulti ristretti in Istituti di pena.

La prima azione prevede giochi sulla narrazione autobiografica e di scrittura creativa che aiutano a rievocare e rielaborare il proprio vissuto e forniscono strumenti utili per potenziare le capacità espressive, il lavoro di gruppo e la condivisione, mentre la seconda, dedicata ai testi scritti individualmente o in maniera collettiva e alla produzione di basi musicali permette ai partecipanti l’acquisizione di competenze in ambito musicale.

Gli obiettivi sono offrire un luogo in cui raccontarsi, convalidare e accogliere le scelte artistiche riconoscendo alla persona il ruolo di governo, accompagnare e orientare le scelte e le azioni del gruppo verso il percorso educativo proposto; offrire la possibilità ai giovani partecipanti di registrare un brano, dando voce alle loro emozioni e ai loro pensieri; sviluppare competenze musicali; aumentare le occasioni di aggregazione positiva; soffermarsi sulla differenza tra norma interna e regola esterna e sull’utilizzo di un pensiero critico nella presa di decisione; spronare i ragazzi a prendersi il tempo necessario per valutare gli aspetti emotivi, cognitivi e sociali implicati nel processo di scelta.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

L’hip-hop è un linguaggio comune a quasi la totalità degli adolescenti ed è risorsa educativa efficace perché non richiede competenze canore, è uno strumento che attraverso la narrazione dei propri vissuti porta a prendersi cura di sé, a rielaborare la complessità sociale e individuale attivando pratiche trasformative del vissuto trasformandolo in esperienza significativa.

Perché questa esperienza è interessante?

L’hip hop ha diretta relazione con la scrittura e consente di introdurre e sviluppare l’appropriazione della parola come strumento espressivo del singolo e di un collettivo all’interno di una cornice che non spaventa perché già familiare per i più giovani. Con il rap si può attingere alla propria storia ma anche imparare a gestire alcune emozioni come la rabbia, l’ansia, la tristezza, specialmente all’interno del contesto penitenziario. Il rap consente di giocare con le rime e la fantasia.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Oltre il Muro – Attività di prevenzione rivolta a giovani e adolescenti per ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali

Oltre il muro

Ente titolare: Parsec Cooperativa Sociale

Luogo: Comune di Roma, territorio della ASL Roma 2 – Lazio

Progetto

Oltre il muro

L’Unità Mobile Oltre il Muro, finanziata dalla ASL Roma 2, si rivolge a giovani fra i 14 e i 34 anni con l’obiettivo di prevenire e ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali. Gli operatori contattano i giovani direttamente nei luoghi di aggregazione privilegiando la prossimità nei contesti quotidiani di vita e di relazione. Inoltre, l’Unità Mobile si rivolge alle figure genitoriali, alle agenzie di formazione e socializzazione e, più in generale, agli adulti che hanno un’influenza sulla costruzione di stili di vita e di comportamento nella principale popolazione target. L’obiettivo generale dell’intervento è prevenire l’uso di sostanze psicotrope legali e illegali e ridurre i rischi legati al loro consumo tra adolescenti e giovani adulti, promuovendo una cultura della prevenzione basata sulla consapevolezza e percezione dei rischi, sull’implementazione delle informazioni, sull’attivazione delle capacità critico-riflessive e sulla costruzione di relazioni significative: l’intento è dunque quello di rinforzare tutti quei fattori protettivi che sosterranno il giovane di fronte alle diverse scelte che lo accompagneranno, promuovendo l’autodeterminazione.

L’intervento si occupa anche della promozione di una sessualità responsabile, fornendo informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale. Tali finalità sono perseguite attraverso la costruzione di specifici interventi che seguono un’attenta e costante valutazione della domanda espressa, in modo esplicito od implicito, sia dai destinatari diretti, sia da eventuali agenzie educative intermediare che intercettano un bisogno dei loro assistiti. Le attività svolte dal progetto sono: · Unità di Strada diurne e notturne · Interventi nelle scuole · Percorsi di formazione-informazione · Info-Point · Sportello di Consulenza e Orientamento ai servizi.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto permette l’incontro e il monitoraggio dei giovani sia in contesti strutturati come la scuola che in contesti destrutturati come piazze, muretti, festival. Le difficoltà sono relative alle poche risorse del progetto in un territorio molto vasto, per cui non sempre si riesce a rispondere alle richieste.

Perché questa esperienza è interessante?

Il progetto ha la grande forza di riuscire ad adattarsi ai diversi contesti in cui opera, nel tentativo continuo di comprendere codici, simboli e linguaggi delle ragazze e dei ragazzi contattati per aprire uno spazio di riflessione e per riconoscerli, attraverso l’incontro e lo scambio, restituendo loro dignità, identità e soggettività.

Collegamenti esterni

E-WISEE – Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education

EWISEE

Ente titolare: Marak Digital Marketing, Arcipelago; Cyclisis

Luogo: Caserta e Provincia – Campania

Progetto

EWISEE

Il progetto “Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education” (E-WISEE) mira a potenziare le competenze degli Youth Workers (YW) nell’educazione all’affettività e alla sessualità. Con Yooth Workers si intende animatori giovanili che spesso non sono educatori in senso stretto, ma sono professionisti e volontari capaci di stare a contatto con i giovani in situazioni informali. Non solo quindi in luoghi classici deputati all’educazione ma anche in contesti che non sempre hanno setting educativi.

I partecipanti sono YW provenienti da Italia, Spagna e Grecia, con esperienza nel lavoro con adolescenti. La piattaforma E-WISEE comprende un glossario, eventi che comunicano attività relative ai temi del progetto, una sezione per l’approfondimento delle competenze e un’area sociale per il dialogo tra YW europei. Il progetto dura 20 mesi, da gennaio 2023 a settembre 2024, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e competenze professionali degli YW sull’educazione all’affettività e alla sessualità.

Si intende anche creare una rete europea di YW per confrontarsi su metodologie e problematiche inerenti l’educazione sessuale, ampliando e qualificando il know-how complessivo degli stakeholders in questo settore. Le metodologie utilizzate includono l’educazione non formale, il gioco, il base learning e il co-design per identificare i contenuti della piattaforma, insieme all’educazione tra pari.

Perché questa esperienza è interessante?

E-WISEE si incentra sul potenziamento delle competenze degli YWs nel lavoro con i giovani rispetto ai temi dell’affettività e della sessualità, intervento strategico in quanto tali temi sono centrali nella crescita dei giovani e, se mal gestiti, sono fonte di disagio e marginalità Il progetto promuove inoltre uno spazio comune di riflessione e condivisione ed una interazione costante tra YWs europei sul tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità.

YOUNGLE

YOUNGLE Italia Network

Ente titolare: YOUNGLE Italia Network

Luogo: Siena, Livorno, Arezzo, Napoli, Perugia, Savona, Piacenza, Torino, Novara, Aosta, Lodi, Cremona, Trento, Verona, Udine, Rieti, Bari

Progetto

YOUNGLE Italia Network

Il progetto nazionale “Youngle – Social Net Skills”, basato sulla peer education, nasce nel 2011 grazie a un finanziamento del Ministero della Salute (nello specifico del Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie, CCM). Si tratta del primo servizio ad accesso pubblico (nazionale) di ascolto attraverso il web, rivolto a giovani e gestito da giovani con il supporto di psicologi, educatori, assistenti sociali ed esperti di comunicazione. Youngle – il termine deriva dalla fusione dei due termini “Young” (giovane) e “Jungle” (giungla) – è un network nazionale attualmente presente in 12 regioni con 16 centri. Ogni realtà ha una propria attività social gestita da una redazione, composta da almeno dieci peer che conducono una chat aperta due volte la settimana. I peer sono affiancati online e onsite da uno o due operatori (psicologi, assistenti sociali o educatori esperti in temi quali peer education, utilizzo delle e-technology, sostegno in remoto) a seconda del volume di conversazioni sviluppato e delle risorse disponibili da parte dell’ente erogatore del servizio. Il servizio è gratuito e facilmente utilizzabile: è sufficiente scaricare la app “Youngle”, proprietaria del network, per chattare con i peer online o poter scrivere un messaggio al quale i peer risponderanno quando saranno connessi. Le conversazioni avvengono in modalità totalmente anonima all’interno della app. Non sono richiesti dati sensibili per accedervi e tutte le funzionalità e le modalità di accesso e funzionamento dell’applicazione sono state validate dal Garante della Privacy della Regione Emilia-Romagna (partner storico del progetto), in conformità con l’attuale legge sulla privacy e il diritto alla protezione dei dati dei minori che accedono al web. Il progetto è collegato con i servizi territoriali rivolti ad adolescenti e giovani (servizi di prevenzione, altri progetti di peer education, servizi per le dipendenze, servizi sociosanitari, ecc.).

Fattori di successo e difficoltà incontrate

I fattori di successo sono i seguenti: l’efficacia nella relazione di consulenza; la facilità e la semplicità di utilizzo; il linguaggio utilizzato, tipico di uno scambio tra pari; infine, i canali e piattaforme di diffusione.

Le principali difficoltà riguardano invece il  reperimento di finanziamenti locali e nazionali e la comunicazione efficace sul web e sui territori.

Perché questa esperienza è interessante?

Dai 5 centri iniziali (10 anni fa), oggi il network è composto da 16 strutture presenti in 12 regioni, con altre e numerose realtà in ingresso. Tra i fattori più interessanti sottolineiamo l’efficacia e l’immediatezza della consulenza on line, il linguaggio peer to peer utilizzato, i costi minimi di un intervento capillare di prevenzione sul disagio giovanile e l’ assenza di giudizio nella relazione in chat.