Ecosistema giovani Firenze – PON METRO Firenze 2014 – 2020

Ente titolare: Comune di Firenze

Soggetto gestore: Cepiss Società Cooperativa Sociale

Luogo: Toscana

Servizio

ECOSISTEMA GIOVANI – Coinvolge i 5 quartieri di Firenze ed è finanziato grazie ai fondi europei del React-Eu specificatamente dedicati alle Città Metropolitane nell’ambito del programma Pon Metro per superare gli effetti della crisi economica e sociale legata alla pandemia, si concentra sulla prevenzione del disagio giovanile e l’empowerment di comunità. Ogni quartiere ha una cooperativa di riferimento.

Comincia ad aprile 2022 fino a dicembre 2023, viene prorogato fino a giugno 2025 Il lavoro di educativa di strada si colloca all’interno del modello di “sviluppo ed empowerment di comunità” che vede il luogo e l’azione nella ‘strada’ come parte di un processo di sviluppo complessivo della comunità locale. Al centro dell’intervento si pongono le risorse dei diversi attori sociali (ragazzi, giovani, adulti, servizi, associazionismo…) e la possibilità che tramite un processo di attivazione e connessione si possano affrontare in modo più efficace, radicato, condiviso e responsabile i temi e i problemi legati alla vita di quegli individui che appartengono ad un territorio, definibile come comunità.

L’obiettivo dell’intervento diventa il processo di empowerment della comunità stessa e di valorizzazione delle sue risorse, con la finalità generale di migliorare la qualità di vita non solo dei cittadini giovani direttamente coinvolti, ma dell’intero contesto in cui si colloca. Si lavora non più per ma con i giovani e con la comunità intera. Per sviluppare le capacità di progettazione e protagonismo giovanile, l’equipe modella le attività di micro-progettualità in linea con la metodologia non direttiva e con le strategie di empowerment di comunità utilizzando anche due approcci metodologici di innovazione sociale: il Design Thinking e Agopuntura urbana.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

La rete di stakeholders che, in continuità con quanto già attivato e/o come nuova co-progettazione (design thinking) sviluppando azioni e iniziative sinergiche volte a costruire e tenere viva una comunità coesa, attiva ed educante. La difficoltà più grande è stata riuscire a conciliare le necessità del servizio con la formalità della rendicontazione richiesta dal bando.

Perché questa esperienza è interessante?

La contaminazione tra diversi attori, organizzazioni e realtà risponde ad una sfida sociale e promuove un “sistema integrato” di codici, processi e strumenti capaci di innescare un cambiamento positivo a lungo termine.

L’educativa di strada nel Quartiere 4 di Firenze

Educativa di strada nel quartiere 4 di Firenze, interviste ai protagonisti: il quartiere, gli operatori, le operatrici e i ragazzi

Patentino digitale per l’uso consapevole del web e dei social

Ente titolare: Corecom Toscana

Luogo: Toscana

Progetto

Il progetto “Patentino digitale”, realizzato dal Corecom della Toscana in collaborazione con Regione Toscana, Istituto degli Innocenti, Polizia Postale e Ufficio scolastico regionale, prevede la diffusione nelle classi prime delle scuole secondarie di primo grado di un percorso formativo di 10 ore in formazione a distanza (FAD), mirato a fornire un bagaglio di competenze digitali, giuridiche, psicologiche, comunicative e comportamentali necessarie a navigare in rete e nei social network con consapevolezza e responsabilità. Al termine del percorso, che coinvolge, oltre alla scuola, anche le famiglie, viene rilasciato agli studenti un “patentino digitale”, segno tangibile di una maggiore consapevolezza acquisita. Parallelamente, il progetto offre agli insegnanti di ogni ordine e grado, una formazione specifica sulle competenze digitali attraverso l’erogazione di workshop gratuiti in FAD.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto risponde ad un’esigenza sempre più pressante da parte delle istituzioni scolastiche di interventi strutturati ed articolati in merito al potenziamento delle competenze digitali di base. Il target del progetto coincide da un lato con gli studenti delle classi prime della scuole secondarie di primo grado, e dall’altro con tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado. La principale difficoltà consiste nelle risorse limitate, che impediscono una diffusione su larga scala del progetto.

Perché questa esperienza è interessante?

A differenza di altre iniziative che intervengono sul potenziamento delle competenze digitali, questo progetto ha il pregio di offrire gratuitamente alle scuole un percorso formativo strutturato ed articolato in 10 ore, intervenendo su diverse aree di competenze attraverso formatori esperti sia nelle materie oggetto del corso, sia nella conduzione di incontri interattivi intorno a temi delicati e personali come la navigazione online.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Ente titolare: CAT Società cooperativa

Luogo: Firenze – Toscana

Attività/intervento

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Si tratta di un laboratorio che prevede due azioni. Il numero d’incontri è modulabile a seconda del setting: scuole, centri giovani, Istituti Penitenziari.

L’équipe di lavoro è composta da un Educator* professionale socio-educativo e da un Operator* esperto in ambito musicale. I destinatari sono i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, fruitori dei centri giovani, adolescenti e giovani adulti ristretti in Istituti di pena.

La prima azione prevede giochi sulla narrazione autobiografica e di scrittura creativa che aiutano a rievocare e rielaborare il proprio vissuto e forniscono strumenti utili per potenziare le capacità espressive, il lavoro di gruppo e la condivisione, mentre la seconda, dedicata ai testi scritti individualmente o in maniera collettiva e alla produzione di basi musicali permette ai partecipanti l’acquisizione di competenze in ambito musicale.

Gli obiettivi sono offrire un luogo in cui raccontarsi, convalidare e accogliere le scelte artistiche riconoscendo alla persona il ruolo di governo, accompagnare e orientare le scelte e le azioni del gruppo verso il percorso educativo proposto; offrire la possibilità ai giovani partecipanti di registrare un brano, dando voce alle loro emozioni e ai loro pensieri; sviluppare competenze musicali; aumentare le occasioni di aggregazione positiva; soffermarsi sulla differenza tra norma interna e regola esterna e sull’utilizzo di un pensiero critico nella presa di decisione; spronare i ragazzi a prendersi il tempo necessario per valutare gli aspetti emotivi, cognitivi e sociali implicati nel processo di scelta.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

L’hip-hop è un linguaggio comune a quasi la totalità degli adolescenti ed è risorsa educativa efficace perché non richiede competenze canore, è uno strumento che attraverso la narrazione dei propri vissuti porta a prendersi cura di sé, a rielaborare la complessità sociale e individuale attivando pratiche trasformative del vissuto trasformandolo in esperienza significativa.

Perché questa esperienza è interessante?

L’hip hop ha diretta relazione con la scrittura e consente di introdurre e sviluppare l’appropriazione della parola come strumento espressivo del singolo e di un collettivo all’interno di una cornice che non spaventa perché già familiare per i più giovani. Con il rap si può attingere alla propria storia ma anche imparare a gestire alcune emozioni come la rabbia, l’ansia, la tristezza, specialmente all’interno del contesto penitenziario. Il rap consente di giocare con le rime e la fantasia.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Oltre il Muro – Attività di prevenzione rivolta a giovani e adolescenti per ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali

Oltre il muro

Ente titolare: Parsec Cooperativa Sociale

Luogo: Comune di Roma, territorio della ASL Roma 2 – Lazio

Progetto

Oltre il muro

L’Unità Mobile Oltre il Muro, finanziata dalla ASL Roma 2, si rivolge a giovani fra i 14 e i 34 anni con l’obiettivo di prevenire e ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali. Gli operatori contattano i giovani direttamente nei luoghi di aggregazione privilegiando la prossimità nei contesti quotidiani di vita e di relazione. Inoltre, l’Unità Mobile si rivolge alle figure genitoriali, alle agenzie di formazione e socializzazione e, più in generale, agli adulti che hanno un’influenza sulla costruzione di stili di vita e di comportamento nella principale popolazione target. L’obiettivo generale dell’intervento è prevenire l’uso di sostanze psicotrope legali e illegali e ridurre i rischi legati al loro consumo tra adolescenti e giovani adulti, promuovendo una cultura della prevenzione basata sulla consapevolezza e percezione dei rischi, sull’implementazione delle informazioni, sull’attivazione delle capacità critico-riflessive e sulla costruzione di relazioni significative: l’intento è dunque quello di rinforzare tutti quei fattori protettivi che sosterranno il giovane di fronte alle diverse scelte che lo accompagneranno, promuovendo l’autodeterminazione.

L’intervento si occupa anche della promozione di una sessualità responsabile, fornendo informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale. Tali finalità sono perseguite attraverso la costruzione di specifici interventi che seguono un’attenta e costante valutazione della domanda espressa, in modo esplicito od implicito, sia dai destinatari diretti, sia da eventuali agenzie educative intermediare che intercettano un bisogno dei loro assistiti. Le attività svolte dal progetto sono: · Unità di Strada diurne e notturne · Interventi nelle scuole · Percorsi di formazione-informazione · Info-Point · Sportello di Consulenza e Orientamento ai servizi.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto permette l’incontro e il monitoraggio dei giovani sia in contesti strutturati come la scuola che in contesti destrutturati come piazze, muretti, festival. Le difficoltà sono relative alle poche risorse del progetto in un territorio molto vasto, per cui non sempre si riesce a rispondere alle richieste.

Perché questa esperienza è interessante?

Il progetto ha la grande forza di riuscire ad adattarsi ai diversi contesti in cui opera, nel tentativo continuo di comprendere codici, simboli e linguaggi delle ragazze e dei ragazzi contattati per aprire uno spazio di riflessione e per riconoscerli, attraverso l’incontro e lo scambio, restituendo loro dignità, identità e soggettività.

Collegamenti esterni

S.C.AT.T.I. Milano – Scuola e Comunità ATtive per la Tutela dell’Infanzia

S.C.AT.T.I. Milano

Ente titolare: Cooperativa Sociale EDI Onlus

Luogo: Milano – Lombardia

Progetto

S.C.AT.T.I. Milano

Scuola e Comunità ATtive per la Tutela dell’Infanzia, SCATTI Milano, propone un intervento integrato di prossimità che parte dalla scuola individuata come luogo capace di intercettare ogni minorenne presente sul territorio, per supportarla in maniera competente attraverso un lavoro di costruzione di una rete di tutela insieme agli altri soggetti del territorio. Il progetto prevede diverse azioni per il rafforzamento del sistema di tutela integrato interno alle scuole e per il rafforzamento di competenze e capacità per prevenire e gestire in maniera adeguata ogni sospetto riferito a condotte inadeguate sui e sulle minorenni.

Con il sostegno di Fondazione Comunità Milano e in partnership con la Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino, l’Associazione Ponte e gli ICS Narcisi e Nazario Sauro di Milano è stata realizzata una mappatura dei servizi di tutela del Municipio 6 di Milano da diffondere presso scuole e famiglie. Si è svolto un corso di formazione di 20 ore per docenti, personale educativo e del terzo settore del Municipio 6 di Milano per fornire conoscenze sulle definizioni di sicurezza, di limite, di benessere digitale, benessere scolastico, rischio di abuso e maltrattamenti on e off line, riconoscimento degli alert e strumenti e procedure per la segnalazione.

Nelle scuole e nelle classi coinvolte si sono tenuti laboratori di cittadinanza attiva per promuovere consapevolezza e attivazione degli studenti. Il risultato è l’elaborazione di una policy in versione child friendly e la realizzazione di video da usare a livello territoriale per la diffusione di buone pratiche. È stata prevista la divulgazione delle attività e delle buone pratiche di policy di tutela delle scuole attraverso Tavoli Territoriali e attraverso momenti di condivisione con le famiglie con la pubblicazione di materiali tradotti in più lingue.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto ha provato a rispondere ad alcuni bisogni che emergevano dalle scuole e dal territorio rispetto al tema della tutela. Sicuramente di successo sono state la partecipazione attiva di bambine, bambini, personale scolastico e famiglie e la presenza e disponibilità del Servizio Sociale Professionale Territoriale (SSPT) del Municipio 6. I materiali realizzati con bambini e bambine hanno permesso una diffusione del sistema di tutela della scuola tra studenti e studentesse.

Perché questa esperienza è interessante?

Perché ha previsto il coinvolgimento attivo di tutti gli attori presenti sul territorio che hanno fatto rete per aumentare la consapevolezza e la capacità del territorio di saper prevenire e intervenire in maniera rapida ed efficace in caso di abuso, maltrattamento o malpratica verso le persone minorenni. Ha inoltre reso protagonisti studenti e studentesse perché fossero in grado di autotutelarsi e sapere quali sono le responsabilità che le persone adulte hanno nei loro confronti.

E-WISEE – Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education

EWISEE

Ente titolare: Marak Digital Marketing, Arcipelago; Cyclisis

Luogo: Caserta e Provincia – Campania

Progetto

EWISEE

Il progetto “Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education” (E-WISEE) mira a potenziare le competenze degli Youth Workers (YW) nell’educazione all’affettività e alla sessualità. Con Yooth Workers si intende animatori giovanili che spesso non sono educatori in senso stretto, ma sono professionisti e volontari capaci di stare a contatto con i giovani in situazioni informali. Non solo quindi in luoghi classici deputati all’educazione ma anche in contesti che non sempre hanno setting educativi.

I partecipanti sono YW provenienti da Italia, Spagna e Grecia, con esperienza nel lavoro con adolescenti. La piattaforma E-WISEE comprende un glossario, eventi che comunicano attività relative ai temi del progetto, una sezione per l’approfondimento delle competenze e un’area sociale per il dialogo tra YW europei. Il progetto dura 20 mesi, da gennaio 2023 a settembre 2024, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e competenze professionali degli YW sull’educazione all’affettività e alla sessualità.

Si intende anche creare una rete europea di YW per confrontarsi su metodologie e problematiche inerenti l’educazione sessuale, ampliando e qualificando il know-how complessivo degli stakeholders in questo settore. Le metodologie utilizzate includono l’educazione non formale, il gioco, il base learning e il co-design per identificare i contenuti della piattaforma, insieme all’educazione tra pari.

Perché questa esperienza è interessante?

E-WISEE si incentra sul potenziamento delle competenze degli YWs nel lavoro con i giovani rispetto ai temi dell’affettività e della sessualità, intervento strategico in quanto tali temi sono centrali nella crescita dei giovani e, se mal gestiti, sono fonte di disagio e marginalità Il progetto promuove inoltre uno spazio comune di riflessione e condivisione ed una interazione costante tra YWs europei sul tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità.

YOUNGLE

YOUNGLE Italia Network

Ente titolare: YOUNGLE Italia Network

Luogo: Siena, Livorno, Arezzo, Napoli, Perugia, Savona, Piacenza, Torino, Novara, Aosta, Lodi, Cremona, Trento, Verona, Udine, Rieti, Bari

Progetto

YOUNGLE Italia Network

Il progetto nazionale “Youngle – Social Net Skills”, basato sulla peer education, nasce nel 2011 grazie a un finanziamento del Ministero della Salute (nello specifico del Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie, CCM). Si tratta del primo servizio ad accesso pubblico (nazionale) di ascolto attraverso il web, rivolto a giovani e gestito da giovani con il supporto di psicologi, educatori, assistenti sociali ed esperti di comunicazione. Youngle – il termine deriva dalla fusione dei due termini “Young” (giovane) e “Jungle” (giungla) – è un network nazionale attualmente presente in 12 regioni con 16 centri. Ogni realtà ha una propria attività social gestita da una redazione, composta da almeno dieci peer che conducono una chat aperta due volte la settimana. I peer sono affiancati online e onsite da uno o due operatori (psicologi, assistenti sociali o educatori esperti in temi quali peer education, utilizzo delle e-technology, sostegno in remoto) a seconda del volume di conversazioni sviluppato e delle risorse disponibili da parte dell’ente erogatore del servizio. Il servizio è gratuito e facilmente utilizzabile: è sufficiente scaricare la app “Youngle”, proprietaria del network, per chattare con i peer online o poter scrivere un messaggio al quale i peer risponderanno quando saranno connessi. Le conversazioni avvengono in modalità totalmente anonima all’interno della app. Non sono richiesti dati sensibili per accedervi e tutte le funzionalità e le modalità di accesso e funzionamento dell’applicazione sono state validate dal Garante della Privacy della Regione Emilia-Romagna (partner storico del progetto), in conformità con l’attuale legge sulla privacy e il diritto alla protezione dei dati dei minori che accedono al web. Il progetto è collegato con i servizi territoriali rivolti ad adolescenti e giovani (servizi di prevenzione, altri progetti di peer education, servizi per le dipendenze, servizi sociosanitari, ecc.).

Fattori di successo e difficoltà incontrate

I fattori di successo sono i seguenti: l’efficacia nella relazione di consulenza; la facilità e la semplicità di utilizzo; il linguaggio utilizzato, tipico di uno scambio tra pari; infine, i canali e piattaforme di diffusione.

Le principali difficoltà riguardano invece il  reperimento di finanziamenti locali e nazionali e la comunicazione efficace sul web e sui territori.

Perché questa esperienza è interessante?

Dai 5 centri iniziali (10 anni fa), oggi il network è composto da 16 strutture presenti in 12 regioni, con altre e numerose realtà in ingresso. Tra i fattori più interessanti sottolineiamo l’efficacia e l’immediatezza della consulenza on line, il linguaggio peer to peer utilizzato, i costi minimi di un intervento capillare di prevenzione sul disagio giovanile e l’ assenza di giudizio nella relazione in chat.

Prevenire e tutelare – Promuovere Comunità Educanti – Dépliant

Prevenire e tutelare - Promuovere Comunità Educanti

Ente titolare: Comune di Genova – Agenzia per la Famiglia

Luogo: Genova – Liguria

Attività / Intervento

Prevenire e tutelare - Promuovere Comunità Educanti

L’Agenzia per la famiglia del Comune di Genova, nell’ambito del progetto “INFOrmiamoci e APPlichiamoci – Essere presenti nel tempo 2.0” finanziato dal Dipartimento Politiche per la famiglia, ha promosso la redazione di un testo inerente la prevenzione e il contrasto della violenza sui minori. Il testo è stato redatto da un tavolo di lavoro inter-istituzionale, coordinato dall’Agenzia e a cui hanno partecipato l’ASL3 Genovese, il Tribunale e la Procura della Repubblica per i Minorenni, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Polizia Municipale, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Liguria, gli Ordini degli Assistenti Sociali e degli Psicologi della Liguria.

“Prevenire e tutelare – Promuovere Comunità Educanti” (disponibile sul sito e in 5000 copie cartacee), frutto di oltre un anno di lavoro, è mirato a fornire informazioni e indicazioni il più possibile chiare e utili e si rivolge a tutta la comunità sociale genovese perché è a partire dalla consapevolezza e attivazione di responsabilità di ciascuno che si forma e rafforza una comunità competente, responsabile e, quindi, tutelante. Oltre alla classificazione delle “forme” del maltrattamento di minori dell’Autorità italiana Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e al glossario della Seconda Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia, il testo indica alcuni dati essenziali, presenta la rete d’interventi e servizi previsti per garantire il più alto livello possibile di tutela dei minori da situazioni di maltrattamento e abuso ed è completato da indicazioni su legislazione, bibliografia e sitografia di riferimento. È integrato dal relativo dépliant plurilingue (60.000 copie, distribuite presso uffici, servizi, farmacie, …) che contiene i riferimenti essenziali delle istituzioni e servizi (indicati anche nel testo, in maniera più dettagliata) a cui ci si può rivolgere quando ci si trova di fronte a possibili situazioni di maltrattamento su minori.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Aspetti positivi sono il tavolo inter-istituzionale di redazione del testo che ha favorito la condivisione , anche con la Direzione comunale di riferimento, di riflessioni e linguaggio e che ha condotto alla predisposizione del dépliant (inizialmente non previsto) e dei gruppi di lavoro territoriali inter-istituzionali sul tema promossi dai Servizi Sociali. Tasto dolente sono alcune partecipazioni auspicate e dapprima dichiarate, ma non concretizzate (es. Ordine dei Medici e Associazione Pediatri).

Perché questa esperienza è interessante?

“Prevenire e tutelare – Promuovere Comunità Educanti” è uno strumento qualificato ma accessibile, da utilizzare nell’ambito degli specifici gruppi di lavoro permanente a livello territoriale (con scuole, pediatri, associazioni) ma anche messo direttamente a disposizione dei cittadini. Può contribuire al continuo sviluppo di corresponsabilità sociale basata su una cultura condivisa di prevenzione e tutela dei propri membri della comunità, finalizzata a non lasciare la persona in solitudine.

Street’s Rooms: progetto di educativa di strada per il contrasto del disagio giovanile

street room

Ente titolare: Comune di Grosseto e COeSO SdS Area Grossetana

Luogo: Grosseto, Toscana

Progetto

"Street's Rooms": progetto di educativa di strada per il contrasto del disagio giovanile

Il Progetto nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021 ha previsto i seguenti step:

A) Mappatura del territorio della città alla ricerca dei luoghi d’incontro spontanei, semistrutturati strutturati per i giovani nella fascia d’età 11-25 anni. Ricerca azione sui bisogni dei giovani, sulla percezione che hanno delle loro esigenze e delle risposte, opportunità, possibili e fruibili nella città con somministrazione di questionari a quasi 3000 giovani e circa 500 adulti, tra genitori, docenti e operatori dei servizi, per fare anche una lettura incrociata delle reciproche percezioni tra le diverse generazioni.

B) Conoscenza dei vari gruppi giovanili attraverso la metodologia del lavoro di strada (uscite informali in giorni ed orari diversi) e aggancio di ragazzi e giovani che possano essere disponibili ed interessati a vivere più attivamente il progetto, contribuendo con le loro idee e con i loro vissuti a presentare a tutto tondo la realtà giovanile grossetana.

C), D), E) Creazione di staff intergenerazionale (aperti a giovani, docenti, volontari, operatori dei servizi, esercenti, singoli cittadini) con incontri quindicinali itineranti nei luoghi di vita della Città, come parchi sedi di associazioni, librerie, bar, per favorire la creazione di reti sociali e socioeconomiche. Questo staff ha coprogettato numerose e variegate iniziative, alcune delle quali sono coordinate dal consiglio giovanile comunale, incontri e dibattiti su tematiche sociali attuali.

L’obbiettivo proposto era quello di  favorire processi di empowerment di Comunità per attivare processi di empowerment giovanile, individuando anche giovani adulti interessati e disponibili a proporsi loro stessi come self helper per i più piccoli e a coprogettare strategie ed iniziative con il nostro team. Tra le fasi A, B e C abbiamo un realizzato una ricerca azione,tramite i social e con somministrazione diretta di questionari.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Fattori di successo: creazione di uno staff intergenerazionale composto da giovani, docenti, rappresentanti di associazioni e cooperative, esercenti, operatori servizi sociali e sanitari; promozione della cultura della solidarietà sociale; attivazione di processi di corresponsabilità educativa nei parchi pubblici; organizzazione di eventi di comunità. Difficoltà incontrate: rieducare gli adulti alla corresponsabilità educativa e civile, al superamento di una visione ristretta ed autocentrata della vita comunitaria.

Perché questa esperienza è interessante?

Ha coinvolto più di 3000 giovani, tutte le scuole del territorio e ha favorito il superamento di episodi di vandalismo. L’amministrazione locale, insieme con la Società della Salute, sta realizzando progetti utilizzando come cabina di regia lo staff intergenerazionale del Progetto.

Legami per promuovere e prevenire

Ente titolare: L’Orsa Maggiore, cooperativa sociale

Luogo: Napoli – Campania (N1-N10 – Napoli e N15 – Marano Quarto)

Modello di intervento

Connettere nella mente e nella operatività l’attenzione ai bambini/figli e l’attenzione agli adulti/genitori è complesso. Il modello di intervento, trasversale ai servizi ed ai progetti di Orsa Maggiore è segnato da un processo articolato, orientato a costruire con/per le bambine ed i bambini un ambiente sufficientemente buono, nelle attività e a casa, frutto di una cooperazione con loro e con i genitori/adulti che se ne prendono cura.

Il modello è centrato sullo sguardo attento non solo ai bambini, ma alle relazioni tra figli e genitori in qualsiasi contesto (educativa territoriale e domiciliare, interventi contro la dispersione scolastica, gruppi, consulenze, laboratori) con l’obiettivo di promuovere le risorse personali e familiari e individuare precocemente le vulnerabilità, così da sostenere le potenzialità e prevenire i rischi di mal-trattamento. L’idea di fondo è che l’attività educativa non può prescindere da un’attenzione e cura dei legami. L’incontro – al di là delle finalità specifiche dei servizi/progetti – è l’inizio di un percorso di cui non sempre si conosce inizialmente la meta, ma si caratterizza per una relazione, segnata dall’ascolto, dal riconoscere i desideri, i talenti e anche i problemi, dalla definizione di obiettivi possibili e strategie da adottare per un cambiamento; soprattutto è l’inizio di un legame. L’incontro, la relazione, la sintonia fanno emergere la resilienza e permettono di sviluppare un diverso sguardo sui sé, sugli altri, sui problemi. Il lavoro parallelo, individuale, familiare o di gruppo, con figli e con i genitori e le intersezioni consentono l’affermazione di risorse, piaceri, criticità. Sono valorizzati i momenti condivisi tra genitori e figli, in cui promuovere ascolto, sicurezza, accoglienza, condivisione, ritrovando il piacere dell’essenziale. I risultati sono la  riduzione delle diffidenze dei genitori, la maggiore disponibilità a mettersi in gioco, la fiducia dei figli nelle possibilità di relazioni responsive, la co-costruzione di un contesto più sicuro.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Fattori di successo: intreccio tra spazi personali e di gruppo, co-progettazione personalizzata/familiare, équipe e di rete.

Difficoltà incontrate: diffidenze reciproche tra genitori ed operatori, problemi personali dei genitori che li rendono talvolta poco disponibili alla cooperazione, situazioni più gravi di malessere dei bambini connessi alle condotte genitoriali, che possono sollevare un conflitto anche deontologico nella rete tra la necessaria protezione e l’alleanza insufficiente/assente con i genitori.

Perché questa esperienza è interessante?

Per la possibilità-trasversalmente alle opportunità attivate con diversi committenti – di offrire nel territorio un’accoglienza attenta al buon trattamento di bambini/e e di costruire sinergie che permettono di integrare le diverse dimensioni personali, familiari, di gruppo, comunitarie, con una vision che permette di costruire connessioni tra iniziative parziali; la crescita di una comunità educante che condivide l’idea che per far stare bene i bambini bisogna occuparsi dei genitori.