Centri Aggregativi Minori – Salesiani Piemonte

Ente titolare: Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio

Luogo: Torino, Cuneo, Bra, Venaria Reale – Piemonte

Servizio

I Centri Aggregativi Minori (CAM) sono strutture socio-assistenziali diurni, regolati dalla D.G.R. 25-5079 del 2012, attivi da oltre 20 anni nelle province di Torino e Cuneo. Questi centri operano in oratori, una scuola e una cooperativa, accogliendo minori dai 6 ai 17 anni in situazioni di svantaggio socio-culturale e rischio sociale.

Il loro obiettivo è lo sviluppo della personalità del minore attraverso la crescita individuale, l’inserimento in gruppi di pari e la responsabilità delle scelte personali.L’inserimento avviene tramite i Servizi Sociali o su segnalazione dell’oratorio.I ragazzi partecipano a attività sociali, di gruppo, studio e attività sportive, con un percorso condiviso e tracciato nel Progetto Educativo Individuale. L’equipe educativa è formata da un salesiano, un educatore professionale e volontari, che collaborano in rete con famiglia, scuola e servizi sociali.

Il lavoro è su più livelli: individuale, di gruppo e comunitario. Si favoriscono amicizie e socialità, coinvolgendo tutta la comunità nel processo educativo:è l’ambiente stesso che educa.L’educatore segue i ragazzi nelle attività scolastiche e sociali, con l’obiettivo di far emergere passioni e potenzialità. Le attività comprendono laboratori, uscite, campi e centri estivi.

I volontari, di tutte le età, sostengono l’intervento educativo, diventando figure di riferimento positive.L’accompagnamento scolastico è una delle attività principali e rappresenta il primo aggancio con il ragazzo e la famiglia, migliorando spesso il rendimento scolastico. Gli insegnanti scolastici sono interlocutori privilegiati con gli educatori per garantire un miglior supporto al minore.Un elemento centrale è il coinvolgimento delle famiglie, anche se non sono i destinatari diretti del progetto.Il lavoro educativo rischia di essere vanificato senza un’alleanza con i genitori, che se consolidata, porta a miglioramenti nel percorso del ragazzo.Anche dopo la fine del percorso, i CAM e gli oratori rimangono punti di riferimento.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Successi a diverse scale:

  • piccola: il bambino arriva sorridente, il genitore chiede un consiglio;
  • media: alleanza con famiglie, dialogo con scuola/servizi;
  • grande: dimissioni per obiettivi raggiunti, equipe multidisciplinare allineata e gruppi di pari che supportano.

Difficoltà a diverse scale:

  • piccola: alleanza educativa con famiglia;
  • media: diversità del linguaggio da parte dei vari attori coinvolti;
  • grande: in alcune occasioni difficoltà di dialogo con la rete.

Perché questa esperienza è interessante?

L’esperienza è interessante perché si sviluppa con percorsi che agiscono a vari livelli e si intrecciano tra loro: individuale, di famiglia, di gruppo, di oratorio, di rete. E’ un insieme di opportunità nel contesto sociale e aggregativo, mirato a sviluppare abilità sociali, competenze, ricevere sostegno emotivo e sentirsi parte di una comunità educativa che promuove il rispetto, la solidarietà, l’intercultura e la condivisione.

Il mio è un diritto

Ente titolare: Società cooperativa sociale Centro Papa Giovanni XXIII

Ambiti territoriali sociali:
– n.11 – comprende il Comune di Ancona
– n. 12 – comprende i Comune di Agugliano
– Comune di Camerata Picena
– Comune di Chiaravalle
– Comune di Falconara Marittima
– Comune di Montemarciano
– Comune di Monte San Vito
– Comune di Polverigi
– n.8 comprende i Comuni di Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti, Senigallia e Trecastelli.

Luogo: Marche

Progetto

Il progetto IL MIO È UN DIRITTO, è finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini (https://www.conibambini.org/) tramite il bando intitolato: “Tutti inclusi” ed è promosso nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e si propone di garantire la piena partecipazione alla vita sociale e scolastica dei minori con disabilità in condizioni di povertà educativa e contemporaneamente stimolare la comunità educativa alla cultura dell’inclusione. Gli ambiti sui quali vertono le azioni sono:

  • personalizzazione dell’intervento su ogni bambino avendo come priorità l’ascolto dei desideri dei minori ed un miglioramento della loro qualità di vita, soprattutto rispetto alle attività ludico-ricreative;
  • avvio di proposte inclusive di gioco ed attività ricreative nei luoghi cittadini frequentati da minori (parchi, biblioteche, centri, etc);
  • avvio di proposte inclusive di gioco ed attività ricreative in ambito scolastico, stimolando un approccio inclusivo per docenti e classi;
  • stimolazione della comunità educante, tramite formazione di operatori, docenti, personale che lavora con i minori e comuni cittadini;
  • sostegno ai nuclei famigliari (genitori e siblings) con proposte che prevedano incontri individuali o di gruppo.

Obiettivi generali:

  • ridurre la condizione di doppio svantaggio con la sperimentazione di un modello di presa in carico personalizzato;
  • favorire l’empowerment e l’autodeterminazione del minore con disabilità;
  • offrire occasioni di dialogo e socializzazione ai sibling;
  • promuovere l’inclusione come elemento fondamentale in ogni società;
  • migliorare le competenze professionali di insegnanti, educatori, operatori sociali;
  • accompagnare le famiglie nel percorso di crescita dei figli con disabilità.

Obiettivo specifico:

  • Diffondere un modello di società autenticamente inclusiva che veda la disabilità come una componente costitutiva e non “speciale” e che attivi strumenti di sostegno e partecipazione di minori e famiglie.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto insiste su un paradigma rovesciato, ponendosi di “curare il territorio” per poi “curare le persone”. L’approccio non è assolutamente sanitarizzante ma insiste sulle NORMALI attività che ogni bambino fa nella sua vita.

Il progetto, stante le risorse, non riesce a coprire i bisogni numerosissimi delle famiglie e dei minori.

Perché questa esperienza è interessante?

L’esperienza ha due asset interessanti: 1) la presa in carico GLOBALE dei minori con disabilità si muove dentro l’orizzonte dei diritti con l’obiettivo del benessere della persona tramite l’applicazione del modello della Qualità della Vita partendo dai loro DESIDERI ED ASPETTATIVE 2) accompagnamento familiare strutturato sul modello “family centered care” che riconosce il ruolo centrale 3) prevede un set di azioni e interventi volti ad allargare e a potenziare la comunità educante.

Ecosistema giovani Firenze – PON METRO Firenze 2014 – 2020

Ente titolare: Comune di Firenze

Soggetto gestore: Cepiss Società Cooperativa Sociale

Luogo: Toscana

Servizio

ECOSISTEMA GIOVANI – Coinvolge i 5 quartieri di Firenze ed è finanziato grazie ai fondi europei del React-Eu specificatamente dedicati alle Città Metropolitane nell’ambito del programma Pon Metro per superare gli effetti della crisi economica e sociale legata alla pandemia, si concentra sulla prevenzione del disagio giovanile e l’empowerment di comunità. Ogni quartiere ha una cooperativa di riferimento.

Comincia ad aprile 2022 fino a dicembre 2023, viene prorogato fino a giugno 2025 Il lavoro di educativa di strada si colloca all’interno del modello di “sviluppo ed empowerment di comunità” che vede il luogo e l’azione nella ‘strada’ come parte di un processo di sviluppo complessivo della comunità locale. Al centro dell’intervento si pongono le risorse dei diversi attori sociali (ragazzi, giovani, adulti, servizi, associazionismo…) e la possibilità che tramite un processo di attivazione e connessione si possano affrontare in modo più efficace, radicato, condiviso e responsabile i temi e i problemi legati alla vita di quegli individui che appartengono ad un territorio, definibile come comunità.

L’obiettivo dell’intervento diventa il processo di empowerment della comunità stessa e di valorizzazione delle sue risorse, con la finalità generale di migliorare la qualità di vita non solo dei cittadini giovani direttamente coinvolti, ma dell’intero contesto in cui si colloca. Si lavora non più per ma con i giovani e con la comunità intera. Per sviluppare le capacità di progettazione e protagonismo giovanile, l’equipe modella le attività di micro-progettualità in linea con la metodologia non direttiva e con le strategie di empowerment di comunità utilizzando anche due approcci metodologici di innovazione sociale: il Design Thinking e Agopuntura urbana.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

La rete di stakeholders che, in continuità con quanto già attivato e/o come nuova co-progettazione (design thinking) sviluppando azioni e iniziative sinergiche volte a costruire e tenere viva una comunità coesa, attiva ed educante. La difficoltà più grande è stata riuscire a conciliare le necessità del servizio con la formalità della rendicontazione richiesta dal bando.

Perché questa esperienza è interessante?

La contaminazione tra diversi attori, organizzazioni e realtà risponde ad una sfida sociale e promuove un “sistema integrato” di codici, processi e strumenti capaci di innescare un cambiamento positivo a lungo termine.

L’educativa di strada nel Quartiere 4 di Firenze

Educativa di strada nel quartiere 4 di Firenze, interviste ai protagonisti: il quartiere, gli operatori, le operatrici e i ragazzi

Patentino digitale per l’uso consapevole del web e dei social

Ente titolare: Corecom Toscana

Luogo: Toscana

Progetto

Il progetto “Patentino digitale”, realizzato dal Corecom della Toscana in collaborazione con Regione Toscana, Istituto degli Innocenti, Polizia Postale e Ufficio scolastico regionale, prevede la diffusione nelle classi prime delle scuole secondarie di primo grado di un percorso formativo di 10 ore in formazione a distanza (FAD), mirato a fornire un bagaglio di competenze digitali, giuridiche, psicologiche, comunicative e comportamentali necessarie a navigare in rete e nei social network con consapevolezza e responsabilità. Al termine del percorso, che coinvolge, oltre alla scuola, anche le famiglie, viene rilasciato agli studenti un “patentino digitale”, segno tangibile di una maggiore consapevolezza acquisita. Parallelamente, il progetto offre agli insegnanti di ogni ordine e grado, una formazione specifica sulle competenze digitali attraverso l’erogazione di workshop gratuiti in FAD.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto risponde ad un’esigenza sempre più pressante da parte delle istituzioni scolastiche di interventi strutturati ed articolati in merito al potenziamento delle competenze digitali di base. Il target del progetto coincide da un lato con gli studenti delle classi prime della scuole secondarie di primo grado, e dall’altro con tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado. La principale difficoltà consiste nelle risorse limitate, che impediscono una diffusione su larga scala del progetto.

Perché questa esperienza è interessante?

A differenza di altre iniziative che intervengono sul potenziamento delle competenze digitali, questo progetto ha il pregio di offrire gratuitamente alle scuole un percorso formativo strutturato ed articolato in 10 ore, intervenendo su diverse aree di competenze attraverso formatori esperti sia nelle materie oggetto del corso, sia nella conduzione di incontri interattivi intorno a temi delicati e personali come la navigazione online.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Ente titolare: CAT Società cooperativa

Luogo: Firenze – Toscana

Attività/intervento

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

Si tratta di un laboratorio che prevede due azioni. Il numero d’incontri è modulabile a seconda del setting: scuole, centri giovani, Istituti Penitenziari.

L’équipe di lavoro è composta da un Educator* professionale socio-educativo e da un Operator* esperto in ambito musicale. I destinatari sono i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, fruitori dei centri giovani, adolescenti e giovani adulti ristretti in Istituti di pena.

La prima azione prevede giochi sulla narrazione autobiografica e di scrittura creativa che aiutano a rievocare e rielaborare il proprio vissuto e forniscono strumenti utili per potenziare le capacità espressive, il lavoro di gruppo e la condivisione, mentre la seconda, dedicata ai testi scritti individualmente o in maniera collettiva e alla produzione di basi musicali permette ai partecipanti l’acquisizione di competenze in ambito musicale.

Gli obiettivi sono offrire un luogo in cui raccontarsi, convalidare e accogliere le scelte artistiche riconoscendo alla persona il ruolo di governo, accompagnare e orientare le scelte e le azioni del gruppo verso il percorso educativo proposto; offrire la possibilità ai giovani partecipanti di registrare un brano, dando voce alle loro emozioni e ai loro pensieri; sviluppare competenze musicali; aumentare le occasioni di aggregazione positiva; soffermarsi sulla differenza tra norma interna e regola esterna e sull’utilizzo di un pensiero critico nella presa di decisione; spronare i ragazzi a prendersi il tempo necessario per valutare gli aspetti emotivi, cognitivi e sociali implicati nel processo di scelta.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

L’hip-hop è un linguaggio comune a quasi la totalità degli adolescenti ed è risorsa educativa efficace perché non richiede competenze canore, è uno strumento che attraverso la narrazione dei propri vissuti porta a prendersi cura di sé, a rielaborare la complessità sociale e individuale attivando pratiche trasformative del vissuto trasformandolo in esperienza significativa.

Perché questa esperienza è interessante?

L’hip hop ha diretta relazione con la scrittura e consente di introdurre e sviluppare l’appropriazione della parola come strumento espressivo del singolo e di un collettivo all’interno di una cornice che non spaventa perché già familiare per i più giovani. Con il rap si può attingere alla propria storia ma anche imparare a gestire alcune emozioni come la rabbia, l’ansia, la tristezza, specialmente all’interno del contesto penitenziario. Il rap consente di giocare con le rime e la fantasia.

Storytelling rap (Progetto Sbarre Mc Check)

“Teseo: promuovere il benessere a scuola” e “Scuole e Culture del Mondo”

"Teseo: promuovere il benessere a scuola” e “Scuole e Culture del Mondo"

Ente titolare: Soggetti gestori: PROGES soc. coop.va sociale in ATI con coop.va Mediagroup98 e Consorzio Solidarietà Sociale Committente: Comune di Parma, S.O .Servizi per la Scuola

Servizio

"Teseo: promuovere il benessere a scuola” e “Scuole e Culture del Mondo"

Servizi educativi, orientativi, formativi, informativi, di mediazione culturale e di facilitazione linguistica per la promozione del benessere e del successo formativo e per il contrasto alla dispersione degli alunni in obbligo scolastico

Il servizio prevede un insieme di azioni e funzioni dentro la scuola, e tra scuola e territorio, che costruiscono un dispositivo diffuso di presidio educativo scolastico finalizzato a: la promozione del benessere e il rafforzamento dei fattori protettivi; la prevenzione di situazioni di marginalità, povertà educativa, abbandono scolastico; l’accompagnamento dei percorsi di crescita di bambini/ragazzi valorizzando interessi, risorse, relazioni supportive; la promozione dell’accoglienza, dell’orientamento, l’accesso alle opportunità per gli alunni provenienti da contesti migratori; lo sviluppo del contesto scolastico come comunità educante.

Le azioni sono rivolte a tutti gli Istituti Comprensivi (primaria e secondaria di I grado) di Parma, quelle rivolte a minorenni di origine straniera sono disponibili anche per dieci Comuni della provincia.

Nel contesto scolastico i servizi sono agiti da stabili equipe multiprofessionali che operano attraverso un percorso di co-progettazione condiviso con le scuole coinvolte. All’interno di ogni equipe sono previste le seguenti funzioni:

  • Spazio di ascolto
  • Interventi educativi
  • Interventi orientativi
  • Facilitazione linguistica
  • Mediazione interculturale

In contesto extrascolastico i servizi sono agiti da figure professionali che, in spazi esterni alla scuola, rendono disponibili a studenti/sse individuati in accordo con le scuole e il Comune, le seguenti opportunità:

  • Interventi educativi e orientativi individuali e in gruppo
  • Spazio di orientamento extrascolastico
  • Interventi orientativi individuali e in gruppo per alunni e famiglie NAI

La struttura di azioni e metodi è risultato d’un percorso ventennale di sperimentazioni e progetti a sostegno della funzione sociale ed educativa della scuola. La tensione è quella di dare impulso a opportunità ad alto tasso promozionale e ad alta intensità educativa, ancorandosi a costrutti d’apprendimento attivo, significativo, collettivo, esperienziale, cura emotiva, esercizio di fiducia e rischio educativo.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

+ Solida sinergie tra Ente Pubblico, Terzo Settore e Scuole (dal 2000 ad oggi): sistema e modello collaborativo.

+ Capacità di strutturarsi come funzioni stabili nelle scuole pur mantenendo una postura progettuale, complessa e flessibile attenta alle ri-lettura dei bisogni e dei cambiamenti.

– Resta oggetto di lavoro la maturazione di una cultura e postura educativa diffusa nella scuola che potenzi la legittimità e il significato delle azioni a valenza educativa

Perché questa esperienza è interessante?

È una proposta strutturale pubblica in tutti gli IC di Parma; contribuisce a sviluppare il contesto scolastico come dotato di sensibilità e intelligenza educativa; agisce tramite competenze e modalità multidisciplinari; anticipa ed è cantiere di prova di quanto sta recependo il disegno di legge n.2312 che prevede l’istituzione di ‘scuole polo’ che beneficiano dell’apporto continuativo dell’educatore, del pedagogista e dello psicologo; sviluppa il costrutto di pedagogia scolastica oggi centrale.

"Teseo: promuovere il benessere a scuola” e “Scuole e Culture del Mondo"

Rugby Libera Tutti

Rugby Libera Tutti

Ente titolare: EDI Onlus – Educazione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza scs

Luogo: Roma – Lazio

Progetto

Rugby Libera Tutti

Da 3 anni, giochiamo nell’istituto penale minorile di Casal del Marmo.

Con l’attività fisica si riduce la tendenza a perdere il controllo, l’instabilità emotiva, ansia e malattie fisiche. Grazie allo sport si veicolano valori quali lealtà, solidarietà, osservanza delle regole, socializzazione, sostegno reciproco ai compagni, rispetto dell’avversario, dell’arbitro e del risultato. Attraverso il gioco di squadra, si migliora la qualità della vita negli istituti di restrizione, favorendo le possibilità di reinserimento sociale dei detenuti, soprattutto con i giovani. Tutto ciò sembra scontato, ma il fatto di praticare sport all’interno degli istituti di pena non è così comune, non è stabilmente finanziato a livello nazionale, non succede sempre, come invece dovrebbe.

Il percorso promosso da EDI prevede: ATTIVITA’ SPORTIVA DI RUGBY DENTRO IL CARCERE insieme a LABORATORI DI GIOCO DI SQUADRA. A fianco agli allenamenti vengono proposti incontri di riflessione sul gioco condotti con metodologie attive e partecipative, basandosi sui principi della pedagogia dei diritti. Si tratta di momenti utili a ri-conoscere sé stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità, in maniera seria e al contempo divertente, garantendo efficacia al lavoro di empowerment e favorendo l’emergere di aspetti psicosociali che possono portare ciascun partecipante ad imparare dal gruppo, mettendosi realmente in gioco. L’obiettivo del progetto è di offrire occasioni di crescita personale, favorire il benessere psicologico e sociale aumentando l’autostima, la capacità di socializzazione, l’autocontrollo e la consapevolezza al fine di rafforzare le competenze di cittadinanza.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Lo sport e il gioco sono pratiche in grado di coinvolgere tutti, indipendentemente dall’origine culturale e dal background sociale; pertanto i Laboratori di Gioco di Squadra sono in grado di attivare partecipanti italiani e stranieri (in campo siamo tutti uguali e tutti diversi), sviluppando un discorso formativo, di supporto psicosociale e di empowerment in cui la diversità non è ostacolo, bensì fattore di apprendimento. A volte mancano le parole: ma il viso dei partecipanti parla.

Perché questa esperienza è interessante?

Inserito in un’ottica di one-health-approach, il progetto Rugby Libera Tutti promuove la salute tra i ragazzi dell’area penale, guardando al lato fisico, psichico ed educativo contemporaneamente, grazie alla costante collaborazione tra esperti del settore salute dell’ASL Roma 1, del settore educativo dell’istituto penale minorile, del settore sociale e di quello sportivo (EDI onlus e FIR).

Oltre il Muro – Attività di prevenzione rivolta a giovani e adolescenti per ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali

Oltre il muro

Ente titolare: Parsec Cooperativa Sociale

Luogo: Comune di Roma, territorio della ASL Roma 2 – Lazio

Progetto

Oltre il muro

L’Unità Mobile Oltre il Muro, finanziata dalla ASL Roma 2, si rivolge a giovani fra i 14 e i 34 anni con l’obiettivo di prevenire e ridurre la domanda e i rischi connessi all’uso di sostanze psicotrope legali e illegali. Gli operatori contattano i giovani direttamente nei luoghi di aggregazione privilegiando la prossimità nei contesti quotidiani di vita e di relazione. Inoltre, l’Unità Mobile si rivolge alle figure genitoriali, alle agenzie di formazione e socializzazione e, più in generale, agli adulti che hanno un’influenza sulla costruzione di stili di vita e di comportamento nella principale popolazione target. L’obiettivo generale dell’intervento è prevenire l’uso di sostanze psicotrope legali e illegali e ridurre i rischi legati al loro consumo tra adolescenti e giovani adulti, promuovendo una cultura della prevenzione basata sulla consapevolezza e percezione dei rischi, sull’implementazione delle informazioni, sull’attivazione delle capacità critico-riflessive e sulla costruzione di relazioni significative: l’intento è dunque quello di rinforzare tutti quei fattori protettivi che sosterranno il giovane di fronte alle diverse scelte che lo accompagneranno, promuovendo l’autodeterminazione.

L’intervento si occupa anche della promozione di una sessualità responsabile, fornendo informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale. Tali finalità sono perseguite attraverso la costruzione di specifici interventi che seguono un’attenta e costante valutazione della domanda espressa, in modo esplicito od implicito, sia dai destinatari diretti, sia da eventuali agenzie educative intermediare che intercettano un bisogno dei loro assistiti. Le attività svolte dal progetto sono: · Unità di Strada diurne e notturne · Interventi nelle scuole · Percorsi di formazione-informazione · Info-Point · Sportello di Consulenza e Orientamento ai servizi.

Fattori di successo e difficoltà incontrate

Il progetto permette l’incontro e il monitoraggio dei giovani sia in contesti strutturati come la scuola che in contesti destrutturati come piazze, muretti, festival. Le difficoltà sono relative alle poche risorse del progetto in un territorio molto vasto, per cui non sempre si riesce a rispondere alle richieste.

Perché questa esperienza è interessante?

Il progetto ha la grande forza di riuscire ad adattarsi ai diversi contesti in cui opera, nel tentativo continuo di comprendere codici, simboli e linguaggi delle ragazze e dei ragazzi contattati per aprire uno spazio di riflessione e per riconoscerli, attraverso l’incontro e lo scambio, restituendo loro dignità, identità e soggettività.

Collegamenti esterni

E-WISEE – Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education

EWISEE

Ente titolare: Marak Digital Marketing, Arcipelago; Cyclisis

Luogo: Caserta e Provincia – Campania

Progetto

EWISEE

Il progetto “Europe Working for Inclusive Sex and Emotional Education” (E-WISEE) mira a potenziare le competenze degli Youth Workers (YW) nell’educazione all’affettività e alla sessualità. Con Yooth Workers si intende animatori giovanili che spesso non sono educatori in senso stretto, ma sono professionisti e volontari capaci di stare a contatto con i giovani in situazioni informali. Non solo quindi in luoghi classici deputati all’educazione ma anche in contesti che non sempre hanno setting educativi.

I partecipanti sono YW provenienti da Italia, Spagna e Grecia, con esperienza nel lavoro con adolescenti. La piattaforma E-WISEE comprende un glossario, eventi che comunicano attività relative ai temi del progetto, una sezione per l’approfondimento delle competenze e un’area sociale per il dialogo tra YW europei. Il progetto dura 20 mesi, da gennaio 2023 a settembre 2024, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e competenze professionali degli YW sull’educazione all’affettività e alla sessualità.

Si intende anche creare una rete europea di YW per confrontarsi su metodologie e problematiche inerenti l’educazione sessuale, ampliando e qualificando il know-how complessivo degli stakeholders in questo settore. Le metodologie utilizzate includono l’educazione non formale, il gioco, il base learning e il co-design per identificare i contenuti della piattaforma, insieme all’educazione tra pari.

Perché questa esperienza è interessante?

E-WISEE si incentra sul potenziamento delle competenze degli YWs nel lavoro con i giovani rispetto ai temi dell’affettività e della sessualità, intervento strategico in quanto tali temi sono centrali nella crescita dei giovani e, se mal gestiti, sono fonte di disagio e marginalità Il progetto promuove inoltre uno spazio comune di riflessione e condivisione ed una interazione costante tra YWs europei sul tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità.

YOUNGLE

YOUNGLE Italia Network

Ente titolare: YOUNGLE Italia Network

Luogo: Siena, Livorno, Arezzo, Napoli, Perugia, Savona, Piacenza, Torino, Novara, Aosta, Lodi, Cremona, Trento, Verona, Udine, Rieti, Bari

Progetto

YOUNGLE Italia Network

Il progetto nazionale “Youngle – Social Net Skills”, basato sulla peer education, nasce nel 2011 grazie a un finanziamento del Ministero della Salute (nello specifico del Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie, CCM). Si tratta del primo servizio ad accesso pubblico (nazionale) di ascolto attraverso il web, rivolto a giovani e gestito da giovani con il supporto di psicologi, educatori, assistenti sociali ed esperti di comunicazione. Youngle – il termine deriva dalla fusione dei due termini “Young” (giovane) e “Jungle” (giungla) – è un network nazionale attualmente presente in 12 regioni con 16 centri. Ogni realtà ha una propria attività social gestita da una redazione, composta da almeno dieci peer che conducono una chat aperta due volte la settimana. I peer sono affiancati online e onsite da uno o due operatori (psicologi, assistenti sociali o educatori esperti in temi quali peer education, utilizzo delle e-technology, sostegno in remoto) a seconda del volume di conversazioni sviluppato e delle risorse disponibili da parte dell’ente erogatore del servizio. Il servizio è gratuito e facilmente utilizzabile: è sufficiente scaricare la app “Youngle”, proprietaria del network, per chattare con i peer online o poter scrivere un messaggio al quale i peer risponderanno quando saranno connessi. Le conversazioni avvengono in modalità totalmente anonima all’interno della app. Non sono richiesti dati sensibili per accedervi e tutte le funzionalità e le modalità di accesso e funzionamento dell’applicazione sono state validate dal Garante della Privacy della Regione Emilia-Romagna (partner storico del progetto), in conformità con l’attuale legge sulla privacy e il diritto alla protezione dei dati dei minori che accedono al web. Il progetto è collegato con i servizi territoriali rivolti ad adolescenti e giovani (servizi di prevenzione, altri progetti di peer education, servizi per le dipendenze, servizi sociosanitari, ecc.).

Fattori di successo e difficoltà incontrate

I fattori di successo sono i seguenti: l’efficacia nella relazione di consulenza; la facilità e la semplicità di utilizzo; il linguaggio utilizzato, tipico di uno scambio tra pari; infine, i canali e piattaforme di diffusione.

Le principali difficoltà riguardano invece il  reperimento di finanziamenti locali e nazionali e la comunicazione efficace sul web e sui territori.

Perché questa esperienza è interessante?

Dai 5 centri iniziali (10 anni fa), oggi il network è composto da 16 strutture presenti in 12 regioni, con altre e numerose realtà in ingresso. Tra i fattori più interessanti sottolineiamo l’efficacia e l’immediatezza della consulenza on line, il linguaggio peer to peer utilizzato, i costi minimi di un intervento capillare di prevenzione sul disagio giovanile e l’ assenza di giudizio nella relazione in chat.